Dio salvi la regina.
E salvi anche il re, che poveretto quello non se lo fila mai nessuno.
Dio salvi i giorni di sole e le magliette colorate, i fili d’erba mossi dal vento e i tuoi occhi.
Salvi l’attimo in cui ci salutiamo e io so già che mi mancherai tantissimo fino al momento in cui ci rivedremo, forse solo tra poche ore.
Dio salvi la voce della mia migliore amica, che è un po’ come il Grillo Parlande e quando la senti, anche se a volte ci provi, ti accorgi di non poter evitare di starla ad ascoltare ed ammettere che, cazzo, ci ha preso anche questa volta.
Salvi le battute acide che ti vengono quando sei nervosa, perché a volte ti stupisci anche tu di quante cose stronze riesci a pensare e inizi finalmente a ridere.
Salvi la musica, quella che esce dalla radio quando sei in macchina con il finestrino abbassato e gli occhiali da sole e salvi anche i tuoi cd pieni di canzoni che all’inizio come al solito non mi piacciono, ma che poi imparo e allora è bello cantarle insieme.
Salvi i libri pieni di sottolineature, che sono un po’ come il tuo specchio e contengono tutte le cose che anche tu avresti voluto dire, ma non hai mai trovato le parole giuste, e allora qualche genio lo ha fatto per te e ha deciso di fissarle sulla carta e fare in modo che tu le leggessi.
Dio salvi chi la notte non riesce a dormire perché ha troppi pensieri e chi si sveglia piangendo perché ha fatto un sogno che sembrava terribilmente vero, ma poi ha aperto gli occhi e si è accorto che la vita è un’altra cosa.
Salvi le persone che amano il proprio uomo, la propria donna, o quelli di un altro, i propri figli o i genitori. Salvi chi ha il cuore talmente pieno d’amore che certe volte teme che gli possa scoppiare dentro e creare un gran casino.
Dio salvi chi, invece, pur sforzandosi, non riesce a provare amore, ma soltanto deboli affetti passeggeri, e anche se con gli amici si vanta di essere “un duro dal cuore di pietra” ciò che vorrebbe di più al mondo è trovare qualcuno davanti al quale poter essere sé stesso, e piangere senza vergognarsi, se necessario.
Salvi le serate passate con gli amici, quando in qualche modo tutto sembra essere possibile e salvi i tuoi amici stessi, che iniziano a dire alle nove “stasera non facciamo tardi” e poi arrivano le due dal mattino, e si è ancora lì, a forza di ridere e scherzare.
Dio salvi la routine quotidiana, le tradizioni millenarie e quelle forse un po’ più nuove, ma che sono tue e guai se non le rispetti. Salvi il gelato con le amiche la domenica pomeriggio, lo shopping del sabato, le chiaccherate con la mamma quando torna esausta dal lavoro ma ha comunque voglia di starti a sentire e di aiutarti, se ne hai bisogno.
Salvi il modo in cui alcune persone sanno graffiarsi e farsi del male giorno dopo giorno, ma non essere comunque in grado di lasciarsi andare, perché al di là del dolore che possono provocarsi c’è un abisso colmo di affetto che entrambi sanno che prima o poi uscirà fuori. Basta avere pazienza.
Salvi le persone che non ti capiscono e quelle che ti odiano, perché sono il tuo motore, anche se non lo sanno.
Salvi i film che guardiamo insieme sul divano, i tuoi difetti che mi fanno arrabbiare e la tua faccia quando sai che hai combinato una cazzata e adesso ti tocca sopportare il mio sclero.
Dio salvi la tua voce che mi dice “mi piaci da impazzire” e le tue mani che mi accarezzano e salvi le mie guance che diventano rosse anche se è una cosa stupida.
Salvi le persone che non hanno paura di dire che fare l’amore è bello.
Salvi le cose banali, il sale sulla bocca al mare d’estate, le persone sincere anche quando la verità fa male e i messaggi salvati sul telefono che hai paura di cancellare, anche se li sai a memoria e mai e poi mai potrai dimenticarli.
Salvi l’istante in cui mi sono accorta che mi ero innamorata come mai prima e la sensazione di panico mista a felicità che ho provato in quell’attimo, quando forse per la prima volta nella mia vita mi sono sentita completamente impotente ed estremamente felice e non sapevo bene neanche io cosa fare e cosa dire.
Salvi le incazzature di mia madre e i pensieri ottocenteschi di mio padre sull’amore e la passione. Salvi il loro modo di dire “i tempi sono cambiati da quando eravamo giovani noi” e di guardarsi con occhi complici che testimoniano trentacinque lunghissimi anni di matrimonio.
Dio salvi i bambini e i loro occhioni che ti fissano, salvi chi guardandoli non puoi far a meno di pensare che sono la cosa più bella del mondo e chi anche solo per un istante si ricorda ogni giorno che dentro di noi c’è ancora un bambino, nascosto da qualche parte, che non è male lasciare uscire, ogni tanto.
Salvi la volta in cui ho pensato che forse sarei stata meglio se non ti avessi conosciuto, perché è stato proprio quello l’attimo in cui mi sono resa conto che se dovessi rinascere me, la prima cosa che farei sarebbe venire a cercarti, in qualsiasi parte del mondo potresti trovarti, per stare con te, ed innamorarmi di nuovo.
Dio salvi il nostro domani, il mio e di tutti quelli che amo, e salvi me, che non so neanche fino a che punto ci credo ma ogni giorno prego che Dio ci dia quello che ci meritiamo e che non smetta mai di farci brillare il sole sopra la testa.
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