Ancora una volta mi ritrovo a pensare che uno dei miei bisogni primari sia scrivere. Quando la possibilità di farlo mi viene tolta, mi sento irrimediabilmente mancante di un pezzettino, anche piccolo piccolo forse, ma decisamente importante. Non potrei mai fare della scrittura il mio lavoro, anche se mi piacerebbe immensamente, ma so con assoluta certezza che prima o poi finirei per odiarlo, o perlomeno a non apprezzarlo più come faccio adesso. La scrittura per me è un piacere, ed è tale proprio perchè non ho nei suoi confronti nessun tipo di obbligo. Scrivo quando mi va, quello che mi va, per chi mi va. Spesso scrivo a nessuno: semplicemente mi metto li alla mia scrivania tutta concentrata, a volte anche con una molletta nei capelli per evitare che il mio ciuffetto pazzo mi vada negli occhi, e scrivo, scrivo, scrivo. Altrettanto spesso poi mi sento anche tremendamente stupida, quindi rileggo quelle parole che ho fissato sulla carta e strappo il foglio in tanti pezzettini. Mi vergogno perchè mi accorgo che molto spesso e senza che io ne conosca il reale motivo, le parole che scrivo sono molto più vere, sincere e dirette di quelle che dico e la verità sbattuta in faccia e fermata sulla carta per sempre fa paura. Quando scrivi nessuno ti può interrompere, nessuno può fermarti nel bel mezzo del tuo discorso e dirti : "guarda, grazie davvero eh, però a me non interessa!", nessuno ti può guardare male, con quello sguardo lì un pò storto che può significa soltanto: "ma ti rendi conto delle diavolerie che stai dicendo?". Quando scrivi la penna è una spada che tiene lontano tutto e tutti da quel misero pezzettino di carta dove, con la tua calligrafia rotonda, un pò infantile forse, a dire la verità, tu stai fissando chissà quali pensieri contorti che mai e poi mai saresti in grado di dire a parole ad anima viva.
Ecco un'altra cosa..io amo scrivere a mano, con la penna, meglio ancora se stilografica. Mi piace il rumore che fa l'inchiostro quando aderisce alla carta. E' un rumore inesistente, quasi inudibile, eppure a me ricorda il suono degli abbracci in inverno, quando i due cappotti si sfregano e frusciano uno a contatto con l'altro, quando nonostante il freddo per un istante ti senti come dentro un camino che scoppietta.
Scrivere con carta e penna è un'abbraccio.
Da un pò di tempo però, nonostante questa mia predilezione, sento anche la necessità che qualcuno legga ciò che scrivo e di certo non potrei mai consegnare a nessuno uno dei miei quadernetti pieni di parole dicendo semplicemente: "ehi tu, leggi un pò qui!". Quindi ho deciso di "evolvermi" anche io e di utilizzare Internet, il regno della libertà a portata di tutti per riversarci dentro anche un pò della mia, di libertà, sotto forma di scrittura. La vergogna per le cose che scrivo, quell'imbarazzo che ti fa diventare le guance rosse in un battito di ciglia, non mi ha ancora abbandonata, però, forse un pò egoisticamente, sento il bisogno che qualcuno le legga. Non so neanche io perchè, ma è così. Vorrei mettere le mie parole a disposizione degli altri. Non che siano chissà quali perle di saggezza, anzi, spesso e volentieri mi accorgo che certi miei pensieri hanno un inizio faticoso e un finale assolutamente illogico, però chissà mai, magari a qualcuno farà piacere cercare un minimo di filo rosso tra queste mie parole e, una volta trovato, sorridere.
Mi sento già abbastanza in imbarazzo così, quindi direi che posso tranquillamente chiudere qui. Forse adesso uscirò, è una giornata così bella.
Magari vado a correre un pò.
Mi ricordo l'ultima volta che l'ho detto, saran stati sei mesi fa. Ovviamente l'ho detto e basta, si è mai visto che vado a correre per davvero.
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