Poche ore fa ero in macchina, di ritorno da due meravigliosi giorni in montagna fatti di relax, coccole e una valanga di sorrisi.
Ero seduta sul sedile del passeggero e in quel torpore tipico dei viaggi lunghi, ho iniziato a pensare agli ultimi mesi ed un unico luminoso pensiero mi ha riempito la mente, così, all’improvviso: mi piace troppo la vita che faccio.
E’ stata una specie di folgorazione, una saetta scagliata da chissà dove e giunta con forza fino alla mia mente, proprio all’interno di quella macchina. Ne sono rimasta quasi sconvolta.
Non che non abbia mai apprezzato la mia vita e ciò che ne fa parte, anzi, ma sin da quando ho memoria so di essere infinitamente critica nei miei confronti, mai soddisfatta, mai appagata del tutto. Una criticona incorreggibile, soprattutto quando si tratta di me.
Questa mia caratteristica mi ha salvato in innumerevoli occasioni, e mi ha sempre permesso di andare oltre, di gettare lo sguardo al di là del semplice “possibile” per proiettarmi verso qualcosa di migliore.
Allo stesso modo però, a volte, proprio per questo, non ho avuto l’occasione di godermi il momento, di gioire delle piccole cose, di fermarmi, respirare un attimo e guardare ciò che stavo costruendo.
Si sente dire spesso che “il senso della ricerca si trova nel cammino, non nella meta”, ma io me ne sono sempre fregata e ho costantemente puntato solo al traguardo.
Ultimamente invece, grazie a una serie di eventi, situazioni, persone e occasioni, ho iniziato pian piano a “togliere il pilota automatico, abbassare i finestrini e godermi il panorama” e questo sta rendendo non solo infinitamente più piacevole, ma anche meno impegnativo il raggiungimento di una serie di obiettivi e mete che da sempre mi prefiggo.
Ciò non significa affatto che mi sento “arrivata”, che ho finito di cercare ed impegnarmi; anzi, tutto il contrario. La marcia è sempre ingranata e il piede è ben fermo sull’accelleratore perché se ti fermi sei perduto, ma il mio spirito è diverso, più positivo, giocherellone, spensierato.
Sto imparando a godere di tutto ciò che ho, forse anche perché con il passare del tempo mi rendo conto di quanto le cose possano essere passeggere, un minuto e poi spariscono e sta a noi cogliere l’attimo e spremerle fino in fondo prima che ci scappino.
Gioisco per la lezione di economia che per la prima volta capisco dall’inizio alla fine, anche se siamo a metà semestre e il resto degli appunti sono solo scarabocchi confusi.
Gioisco per i due giorni liberi del mio ragazzo, che ci permettono di prendere e andare a trascorrere qualche ora di relax lontano da tutti, senza pensare ad ogni dettaglio, a cosa portare, a quante paia di scarpe mettere in borsa.
Gioisco persino per il lavoro, che sicuramente non sarà il mestiere della mia vita, ma da quasi due anni mi permette di avere più indipendenza e mi ha fatto conoscere persone meravigliose. Non mi importa del mal di schiena, le ore in piedi, i vestiti scomodi: mi piace tanto, mi diverte, e se mi stanco vorrà dire che domani mattina dormirò un’ora in più.
Non so cosa farò tra qualche anno, non so neanche come trascorrerò la giornata di domani ad essere sinceri, ma adesso ho una vita piena e mi piace da morire così com’è, per la prima volta in ventun’anni.
Da qualche tempo non sento neanche la necessità di scappare da qui. Roba da matti :)
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